lunedì 16 aprile 2012

Semifreddo al torrone e cioccolato

Stringente dovere di cronaca e vanaglorioso autocompiacimento mi spingono a dire che… c’è qualcuno che parla di noi.
Di piccola pasticceria sperimentale, innanzitutto, e di me che le sono indissolubilmente legata.
Il preludio a quella che diventerà una rubrica fissa su Cult, che riporto in calce nella sua versione integrale.
Un’intervista deliziosa, frutto di una penna deliziosa, e di un amico.


Presentare Alessandra Dammone non è facile.
Sappiamo che ama le parole, eppure il buon senso impone una sintesi.
Sappiamo che quelle stesse parole si combinano nella sua vita scomponendosi poi tra le pagine di un libro e tra i fornelli, accesi come il suo sorriso.
Perché Alessandra Dammone è una mamma editor, una blogger e un alchimista dei nostri desideri più dolci.
Quelli spolverati di cannella, al pistacchio, alla fragola o al cioccolato.
Persino la sua cagnolina ha un nome e un pedigree che mettono di buon umore: Crème Brûlée Della Kalesa, sorella del nobile Cannolo e della blasonatissima Babà.
Ricapitoliamo: abbiamo tutti gli ingredienti per la nostra intervista, il gusto della parola e lo zucchero a velo.

Perché è piccola la tua pasticceria sperimentale?
Perché racconta piccoli dolci in piccoli spazi, quelli della mia cucina e della mia vita.
Ti rendi conto che, da editor, sarebbe stato più logico un blog letterario?
Più logico, certo, e forse anche più utile. Ma sono attributi che ho deciso di eliminare dalle pagine che parlano di me. Niente che sia veramente bello, o sincero, è mai stato logico o utile.
Il cuore antico della Sicilia, quale sapore ti suggerisce?
Un sapore dolce e amaro, quello delle mandorle tostate e della cubbaita da mangiare per strada.
E una mamma che tiene per mano la sua bambina?
È il gusto della mia infanzia. Sa di riso stracotto nel latte e profumato alla vaniglia. 
Se fosse un uomo che guarda negli occhi una donna?
Un sapore morbido ma intenso, un gusto rotondo e persistente: una namelaka al cioccolato fondente con 70% di cacao.
Le tue parole preferite?
Raccontano la precisione e la pazienza necessarie al mio lavoro: il bisogno di avere contezza di ciò che si fa e la paura dei refusi, tra le pagine di un libro come in cucina. In generale, poi, ho un debole per i congiuntivi e per chi sa declinarli correttamente.
Qual è il vestito giusto che indosseresti per accompagnare una cassata?
Una cassata è un dolce importante, ricco e… completo. Direi che il modo migliore di accompagnarla è quello di non indossare nessun vestito.
Sorride Alessandra e sembra cercare una parola. Invece tira fuori un cucchiaino.
Assaggia: è una mousse di pistacchi leggera e capricciosa, provala su questa scaglietta al cacao.

È proprio vero, Alessandra Dammone è l’alchimista dei nostri desideri più dolci. Le sue parole restano su questa pagina come una deliziosa macchia di cioccolata.


150 g torrone
60 g cioccolato fondente
30 g pistacchi sgusciati
250 g panna
100 g zucchero
20 g acqua
40 g albumi

Sbollentare i pistacchi in acqua bollente per qualche secondo, scolarli e privarli della pellicina scura, poi passarli qualche minuto nel forno caldo a 60° per farli asciugare.
Versare 85 g di zucchero semolato in un pentolino con l'acqua, e portare a 121° C. Nel frattempo schiumare di albumi e, quando lo sciroppo sarà arrivato a temperatura, versarlo a filo sulla parete della planetaria in movimento. Continuare la lavorazione finché la meringa si sarà intiepidita.
Montare la panna e incorporarla alla meringa, poi aggiungere il torrone sbriciolato, il cioccolato tritato grossolanamente e i pistacchi sgusciati. Versare il composto in una sacca da pasticceria e suddividerlo negli stampini monoporzione.
Fare freddare in freezer e decorare con strisce di cioccolato fondente temperato.

3 commenti:

Araba Felice ha detto...

Complimenti Alessandra!!!!
E la ricetta è una sogno :-)

Alessandra ha detto...

Grazie tesoro!
Questa sarebbe buona accanto a una cioccolata calda, e ad una buona amica con cui fare due chiacchiere...

Manuela ha detto...

Sei il mio orgoglio!!!